In America Latina non esistono etnie uguali, ma diverse. Di base abbiamo le radici andine1 tutte uguali, ma le “colonizzazioni” diedero luogo al «meticciato», cambiando il panorama dell’Antropologia culturale2, secondo cui c’è una sola etnia ed è quella umana. L’ibridismo3 è diverso tra un paese e un altro, dipendendo dall’arrivo di popolazioni di altri paesi. La popolazione è in maggioranza chiamata amerindia4; invece, la designazione di «Indiani» risale all’arrivo di C. Colombo e proviene dalla sua convinzione di avere raggiunto le coste dell’India (1495). Quindi in America Latina chi non ha di «Ingo ha di Mandingo». Un mix di concetti per descrivere la peculiarità di etnie diverse e che conduce alla stessa conclusione, «una sola razza-etnica, quella umana».
La maggioranza della popolazione dell’America Latina è caratterizzata dal fatto di differenziare, raggruppare, marcare, assegnare, schedare le persone per le loro caratteristiche somatiche: colore della pelle, corporatura fisica, colore dei capelli e degli occhi, comportamenti, atteggiamenti e capacità intellettiva di ogni individuo o gruppo, divenendo di norma i fattori «categorizzanti» nelle società. L’appartenenza al gruppo è limitata ad una categoria come ad esempio: gli «Amerindi», unita dal sentimento d’appartenenza alle loro origini «etniche», dichiarando l’orgoglio del luogo d’origine, l’identificazione reciproca dei suoi membri; come millanteria rispetto alla loro ascendenza, è abitudine affermare che le loro radici si sono sparse attraverso le generazioni nel corso del tempo.
L’ibridismo, infatti, è il risultato del meticciato fra le popolazioni autoctone e le popolazioni venute da altri continenti nell’epoca delle colonizzazioni, della schiavitù e delle politiche di immigrazione europea alla ricerca di lavoro in America Latina. Risulta ovvio il convincimento di alcune persone appartenenti ad alcuni gruppi prodotti dal meticciato che lo «sbiancamento» (influenza europea) per alcune popolazioni sia molto importante, e per questa ragione sono convinti della loro diversità e superiorità nei confronti degli altri. Negli anni novanta dopo la forte crisi economica in Perù, molti peruviani emigrarono in Argentina, dove la maggioranza della popolazione è meticcia, un mix di razza bianca e indigena5 , dove i peruviani sono considerati Indigeni (Indios), chiamati anche «Cholos»6
A Buenos Aires un uomo di nazionalità Argentina aggredì un peruviano nella strada principale, la vittima li risposi “sei cattivo e razzista”, non dovevi farlo! Il colpevole li risponde, «Cholo stupido non sono razzista sono Argentino»
Nelle comunità latinoamericane asiatiche e africane, le culture sono collegate tra di loro, sostenendosi a vicenda e rafforzando l’identità di gruppo al fine di fortificarla (Markus, Kitayama e Heiman). Quando l’‘io’ diventa ‘noi’, la «categorizzazione sociale» gioca un ruolo importante per l’intera comunità d’appartenenza, categorizzata come «società collettivista».
Ma «l’imbiancamento» sociale è molto importante, dà prestigio e riconoscimento sociale e può essere utilizzato in modo «simbolico-biologico». Questo fenomeno ha attecchito molti anni fa, frutto dell’ideologia ereditata dai colonizzatori, e ha prodotto il risultato di introdurre una discriminazione derivante dal potere di alcuni gruppi di suprematisti bianchi. Si tratta di un sentimento profondo e socialmente diffuso, che influisce pesantemente nella politica, nell’economia e nella società. Il meticciato è così utilizzato per «migliorare la razza», sia andina che nera. «Etnie» considerate dai colonizzatori, inabili, pigre, di poca capacità intellettiva, rispetto ai bianchi, con la conseguenza che queste «etnie» venivano discriminate al punto che potevano svolgere solo lavori poco impegnativi, a danno quindi degli autoctoni.
Le discriminazioni nei confronti delle popolazioni latinoamericane che non hanno ascendenza europea sono molte accentuate e sono dovute soprattutto alle differenze del colore della pelle, dei capelli, e ad altri pregiudizi che mettono in risalto la presunta inferiorità, creando conflitti a causa della vittimizzazione di alcuni gruppi di origine ispanica e soprattutto afroamericana.
- Nativi dalle zone delle Ande. In Antropologia indigeni dell’America riprestata dalle popolazioni delle Ande. In Etnologia Culturale, culture sviluppatasi, in tempi Precolombiani nell’area delle Ande, raggruppate in un’unità culturale di ordine superiore, della civiltà andina.
- Franz Boas (1858-1942), considerato padre dell’Antropologia Culturale e Ashley Montagu (1905-1999): Studiosi della natura dei fenomeni culturali nel loro concreto manifestarsi nelle diverse società umane. Determinando che il concetto di razza e privo di validità scientifica, l’incrocio di razze non esiste, “ce un’unica etnia (razza) quella Umana, per Controbattere sull’argomento a chi propagava l’idea che il meticcio e il “nero” sia per sua natura innata meno dottato d’intelligenza rispetto al bianco.
- Ibridismo: In biologia. lo stato risultante dell’unione o dall’incrocio di individui di etnie diverse. L’ibridismo fra etnie diverse, con particolare riferimento alle razze umane.
- Amerindi: Nelle persone e nei gruppi, tendenza a considerarsi sé stessi rappresentanti di un gruppo di culture e radici uguali.
- La maggioranza della popolazione di Argentina si considerano gli Occidentali in America Latina, in parte per la loro ascendenza Italiana, e le distinte caratteristiche somatiche: hanno la pelle biancastra, capelli castani, inoltre hanno adottato le usanze, atteggiamenti, modi di agire, all’Occidentale, sentendosi superiore a tutte le altre popolazioni della regione.
- Persona Americana, che è meticcio de razza bianca è indigena, nel quale generalmente prevalgono di lineamenti tipici delle popolazioni andine.