Storie diverse che si intrecciano nel riconoscimento delle libere scelte sessuali: non c’entrano le culture
Amnesty International ha affermato che i continui abusi e oltraggi ai danni delle persone LGBT1 in America Latina sono ormai intollerabili: «Sì alla protezione dall’odio e dalla discriminazione basati sull’orientamento sessuale». Il 9 febbraio 2020, con la votazione sull’ampiamento della norma penale antirazzista, Amnesty International ha accolto con favore la prevista estensione della norma penale antirazzista come la chiusura, da tempo attesa, di una grave falla della legge. L’estensione dell’articolo di legge contro la discriminazione razziale e contro la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale è stata decisa dal Consiglio nazionale e dal Consiglio degli Stati membri a dicembre del 2018. Detto ampiamento permetterà di combattere l’incitamento all’odio contro le persone LGBT, così come è già oggi possibile punire chi incita all’odio sulla base della religione o del colore della pelle.
Il culto della mascolinità del patriarcato e la percezione narcisista dell’uomo latinoamericano sono molto diffusi e radicati nelle società: in questo modo sorge l’odio indiscriminato verso alcuni gruppi considerati inaccettabili, scatenandosi così l’omofobia all’interno della società maschilista latinoamericana. Lo dimostrano i fastidiosi atti di catcalling, bullismo omofobico, cyberbullismo, tutti comportamenti considerati devianti dagli esperti di scienze sociali; ossia, un insieme di comportamenti verbali, fisici e psicologici reiterati nel tempo, attraverso vessazioni compiute nei confronti di singoli o gruppi di individui, e considerati diversi dal maschilismo arretrato.
Nei rapporti personali e nelle società odierne sono molteplici le discriminazioni di vario tipo, dirette e indirette, attuate da alcuni gruppi verso singoli o altri gruppi. Gli studiosi di sociologia affermano che, «quando esistono singoli e gruppi di estranei al contesto, se non sono desiderati in società possono essere cacciati a forza da parte del vicinato, e la vittima è costretta a fuggire per paura». I gruppi omofobi che non riconoscono i diritti altrui, compresi i diritti di scelta di alcune persone, il dissenso che ne deriva in ambito sociale e che si riflette nelle azioni punitive intraprese rappresentano una «minaccia». Moltissime persone ne hanno già subito le conseguenze e hanno pagato le proprie scelte con la vita: non è bastato fuggire per salvarsi dall’odio indiscriminato di alcuni gruppi.
«Il movimento TLGB in Bolivia e le organizzazioni a livello nazionale. Un modello di integrazione e riconoscimento da seguire». Il modello integra gruppi e famiglie a livello nazionale, nonché centri di predicazione religiosa e organizzazioni delle persone TLGB (travestiti, trasformisti, transessuali, lesbiche, gay e bisessuali) nello Stato plurinazionale di Bolivia. Dopo vari tentativi, nel 2007 si fortifica l’idea di una organizzazione consolidata, un’istituzione che rappresenti e legittimi le persone con diversità sessuali e di genere nel Paese. Questo nuovo collettivo, un avvenimento importantissimo, si pone come sollievo per le persone che da anni soffrivano a causa delle discriminazioni derivanti dal «machismo» / «maschilismo» diffusi nel Paese, e che erano discriminate dalla società, «catalogate», «separate», considerate «anormali» dagli altri cittadini, creandosi così «stereotipi» che giungevano alle famiglie.
Le discriminazioni a danno di queste persone e di questi gruppi si basavano principalmente sulla pandemia creata allora dal virus di immunodeficienza umana, o «AIDS», che per anni ha stigmatizzato queste persone, creando un timore del contagio. Era soprattutto diffusa l’idea che il virus era un elemento costitutivo di queste persone: tutte ne erano portatrici. Ciò aveva comportato che una notevole diffusione della discriminazione, anche nei luoghi pubblici, e per questa ragione molte famiglie e molte persone evitavano la frequentazione per timore del contagio. Successivamente ci furono vari tentativi, da parte di queste persone, di raggrupparsi per poter essere ufficialmente parte integrante della società. Infatti, dopo vari tentativi, nel 2008 avvenne l’ufficializzazione della nuova rete TLGBT, denominata «Collettivo TLGB di Bolivia». Con la presidenza di W. G. si ottenne la «promulgazione dei diritti con il decreto supremo 0189; oltre ai diritti conseguiti, è stata ufficialmente dichiarata in Bolivia la Giornata del rispetto dei diritti umani delle persona con diverso orientamento sessuale: il 28 giugno». 2
- La cultura LGBT o LGBTQI è quella forma di cultura condivisa dalle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali. Essa può variare ampiamente a seconda della geografia in cui si esprime e dell’identità di genere specifica dei suoi partecipanti.
- Art. Wilmer G. Crisis y Movimentos Sociales en nuestra América.