L’affermarsi di un nuovo rapporto economico-sociale e lavorativo fa sì che i ragazzi debbano prepararsi ai nuovi lavori che richiedono le competenze necessarie, tenendo conto dei nuovi mezzi tecnologici che progrediscono ogni giorno, e dei nuovi dispositivi che continueranno a trasformare il mondo con una intensità impossibile da prevedere.
In un mondo sempre più complesso, i giovani hanno bisogno di una gamma di competenze orientate a un nuovo sistema di studi, di apprendimento e di formazione, con la finalità di essere preparati ad affrontare le novità. È allora anche necessario cambiare e aggiornare il lavoro «conservatore realizzato dalle persone adulte», mettendo in rilievo le differenze nell’avanzamento e la conferma definitiva dell’importanza dell’apprendimento e dell’aggiornamento permanenti, così sviluppando nuove competenze per il costante «rinnovamento dei lavori».
Lo status sociale delle persone, nei Paesi che si trovano sottoposti a una forte pressione, a causa dei cambiamenti, è visto da due punti di vista paralleli: il primo è la povertà prodotta dalla disoccupazione, con i conseguenti gap sociali esistenti in molti Paesi nel mondo, che risultano più endemici in alcune zone che in altre; inoltre occorre tener conto del riflesso sullo status sociale degli importanti cambiamenti nell’educazione e formazione, nel comparto lavorativo e nelle strutture occupazionali con riguardo ai nuovi lavori che impone il mondo globalizzato; il secondo punto di vista attiene invece allo “sviluppo sociale ed economico”, calcolato in base all’aumento del reddito e all’occupazione garantita: migliorano i consumi e le condizioni abitative, e ciò favorisce la mobilità sociale. Le persone acquistano così uno status sociale minimo per collocarsi al di fuori dell’area della “povertà relativa” e per uscire anche da quella di “povertà assoluta”.
L’America Latina registra la peggiore crisi economica della sua storia. Si leggono dichiarazioni che fanno tremare l’intero continente. L’impatto risultante dalle precarie economie si è fatto sentire, e la pandemia segue il suo corso, travolgendo tutto e tutti. Il “COVID – 19”, strage tuttora in corso, ha messo alla prova moltissimi Paesi della regione. La CEPAL e la “Commissione Onu per l’America Latina” attestano che il tasso di disoccupazione è del 10,7%; in un anno la disoccupazione è aumentata del 2,6% a fine del 2020. La povertà per diminuzione di reddito aumenterà per 30 milioni di persone. L’impatto più severo della storia colpirà moltissimi settori, in particolare i lavoratori e le famiglie, le quali, in futuro, non potranno permettersi di avere in casa le tecnologie necessarie per i nuovi lavori e gli studi online dei loro figli; “molti di loro non potranno in futuro utilizzare la rete”.
Tutto ciò rappresenta il motivo per cui numerosi ragazzi non avranno accesso alla digitalizzazione delle informazioni, anche a causa della “estrema povertà economica”, rimanendo poi nella “povertà educativa”. Come conseguenza di entrambe le povertà, moltissimi ragazzi progettano l’abbandono scolastico, che si presenta come unica via di uscita e che si conferma fenomeno molto frequente nei ragazzi delle periferie dei Paesi occidentali, e ancora peggio nei ragazzi che vivono in Paesi in via di sviluppo; in questi ultimi, infatti, le famiglie non si possono permettere una connessione internet qualitativamente e quantitativamente sufficiente; inoltre, è molto frequente che in molte famiglie ci sia un solo computer, per navigare e per fare i compiti della DAD, soprattutto nelle famiglie composte da vari componenti giovani che devono andare a scuola, mettendo così più in difficoltà proprio quelle famiglie che non possono soddisfare un bisogno essenziale come quello digitale. Ecco perché su questi ragazzi si espande il rischio della “zona buia”, cioè restare indietro rispetto ai loro coetanei, entrando così in una condizione di “disuguaglianza digitale”, e rischiando di avere meno opportunità di imparare attraverso le nuove conoscenze e l’apprendimento continuo, e di aggiornare il lavoro «conservatore- tradizionale realizzato dalle persone adulte» di conseguenza sviluppare quelle competenze che il mercato del lavoro oggi richiede.
Altri fattori che influiscono negativamente nella riuscita a scuola sono i seguenti: il luogo di residenza (periferia), la relazione tra diritto alla scelta e “povertà educativa”, che si presenta come un fattore determinante in alcuni ragazzi che faticano molto più degli altri per raggiungere gli standard minimi educativi. In queste condizioni, le prospettive di successo sono più ridotte e scarsamente fruibili, soprattutto quando si viva in zone distanti dalle grandi città. I “divari” che segnano le differenze sono moltissimi; l’essere nati in una famiglia svantaggiata significa per i giovani trovarsi in una condizione di continua difficoltà per il loro inserimento futuro nel mondo del lavoro. Si tratta di giovani nati in un contesto che limita indirettamente la loro riuscita e la possibilità di procedere alla pari con i compagni di altri contesti: è il difficile contesto della periferia, e quanto più la periferia è distante dalle grandi città tanto più l’offerta “concreta” presente in quel posto è ridotta, mettendo così in crisi la futura posizione occupazionale dei ragazzi.