Secondo il Vangelo di Matteo, al Capitolo 2, nell’antico testamento, l’Epifania1, festività del sei di Gennaio, giorno della prima manifestazione pubblica di Gesù, con la intercessione dei tre Re Magi, che dopo il sorgere della stella intrapresero il cammino verso l’incontro a Betlemme di Giudea. Gli Artisti riproducono le scene dell’adorazione dei tre Re Magi. Nel dipinto del Giotto: si può osservare una «Cometa del 13052; d’allora ha influenzato sulla tradizione devota delle popolazioni; leggenda della «rivelazione», inoltre a ciò si configurano come il simbolo speciale della natività dei Re dei Giudei, nella «Cappella degli Scrovegni» a Padova. Invece la Adorazioni dei tre Re Magi di Bartolomé, Esteban Murillo, nel Museo d’Arte di Toledo, Ohio, (1655-1660).
La Tradizione nacque nell’era Precristiana, e con l’arrivo del cristianesimo si installò sulle precedenti liturgie. Ad esempio nei paesi pagani nella celebrazione della nascita del sole il 25 Dicembre, in onore del quale accendevano i fuochi come segno di ricorrenza; all’epoca anche i cristiani prendevano parte a queste celebrazioni. La festività dell’Epifania del 5 e 6 di gennaio, sarebbe indicativo e di relazioni agricole e feste pagane di avvio dell’anno. Soprattutto è «la prima manifestazione pubblica di Gesù», furono celebrate congiuntamente; portano doni, e solo in un secondo momento vengono distinti come due festività diverse e all’Epifania venne dedicato il dodicesimo giorno di Natale.
I Re Magi raffigurano le tipicità etniche di tutto il mondo, e le scene dei costumi dell’epoca: Gasparre ha una fisionomia orientale, Baldassarre è dipinto come un giovane africano (Moro), Melchiorre di tratti europei. I doni dei re magi hanno un importante significato: «l’Oro»3 sicuramente riferito alla regalità del bambino Gesù; «incenso»4: pianta profumata significa cure utilizzata anche come toccasana. Invece Baldassarre «Mirra»5, il cui significato è sacrificio, panacea, anche il più misterioso.
La stella coinvolge anche il popolo che assieme ai re magi sentirono gioia, decisero di partire verso l’Egitto per salvaguardare la vita a Gesù, dopo che il Re Erode di Giudea decise di fare uccidere tutti i bambini nati a Betlemme, di età inferiore ai due anni, fatto ricordato come la «Stragi degli innocenti».
Dalle sue origi l’Epifania «significava befana»: considerata come una «strega», a maggioranza sensitive, relazionate con la stregoneria sin dal II secolo d.C., il cui nome nacque dalle antiche superstizioni e dalle arti occulte in uso all’epoca; le costruzioni di questi racconti, furono prodotte dalle «immaginazioni» e «superstizioni», che condannate finirono sul rogo numerose innocenti, dal momento che molte di loro erano semplici guaritrici, figure tipiche il cui sapere era tramandato da generazioni in generazioni secondo le tradizioni del tempo storico: dedicate alle cure con le piante, osservanti dalla medicina tradizionale, usanza in maggioranze dalle popolazioni rurali, dato che raramente avevano le possibilità di curarsi con metodi costosi.
Nell’antica Roma la «bifania» (Greco), figura folcloristica legate alle feste natalizie, giorni dedicati al culto della Dea Diana: divinità della caccia, anche dei cicli lunari e delle coltivazioni, ma non era raffigurata persona vecchia e orrenda. In Romania ad esempio, ha guidare le fanciulle a svolazzare era «Diana» significava «luminosità» Dea della Luna e della vegetazione, mentre altri credevano che la divinità «Satia» (sazietà o abbondanza), che significava veridicità, realtà.
Nel Medio Evo che, per punire i riti propiziatori politeisti, si fece convergere la befana come una «strega», che nacquero dalle credenze popolari da essere chiaroveggenti, con l’aspetto illustrativo di una donna caratteristica con i poveri vestiti ricuciti e fatti da stracci, che avevano vari significati: portava via tutti i mali, propiziava un nuovo e prospero anno, porta via le tristezze, l’addio al passato anno, e un auspicio di novità positività nelle persone nell’anno venturo, ecc. Ai tempi cupi faceva paura, si ipotizzava che nelle notti volassero gli «spiriti cattivi» nei campi appena seminati; erano coinvolte soprattutto figure femminili che propiziavano una buona raccolta, ed era considerata anche come una manna dal cielo. Ma dalla chiesa venne riconosciuta come figura sacrificale che anticamente si usava bruciare l’ultimo giorno come un addio alla avversità.
In Italia la Festa dell’Epifania, la descrive come una donna buona, molto anziana, che vola su una logora scopa, per fare visita ai bambini nella notte tra il 5 e il 6 di Gennaio, che gratifica e da una punizione ai bambini a seconda del loro comportamento, offre doni: dolci e carboni. Nelle «strenae» nell’antica Roma, furono i donativi di carattere simbolico e religioso che i romani usavano scambiarsi, nei giorni di festa; inizialmente fu un rametto colto nel bosco, dopo subentrarono altri oggetti in dono: come denaro, e da Augusto in poi, tutti gli imperatori ricevevano un donativo d’oro dal senato e dal popolo. Invece i doni del popolo tra amici continuarono ad essere scambiati come accade oggi.
Le tradizioni festose hanno creato delle filastrocche:
«La befana vien di notte con le scarpi tutte rotte con le toppe alla sottana portandosi via tutti i mali: viva, viva la befana».
«L’epifania tutte le feste li porta via».
- In Greco antico: rivelazione, manifestazione, apparizione.
- La cometa sarebbe quella di Halley dell’anno 1301.
- Oro: significato di regalità, il Re.
- Incenso: nei riti religiosi ha un valore purificatore.
- Incenso: nei riti religiosi ha un valore purificatore.