Storie celate, tradizioni, collage storici che, tassello dopo tassello, vanno a comporre i fatti storici di memorie riferite all’esistenza della vita oltre la morte. Racconti dei popoli trasformati in riti in alcune società che, in molti casi sono vigenti tuttora oggi; soprattutto dopo e quando si istituirono le nuove concezioni sulla vita e la morte. Precisamente l’idea della vita oltre la morte ha spinto gli esseri umani a “Immaginare l’aldilà”: l’inferno, come i luoghi dei puniti per azioni non consoni nella società, il purgatorio il luogo dove gli spiriti spiano le loro colpe, invece il paradiso come luogo di gioia serenità: Dante alighieri e la Divina Commedia. Il Giudizio Universale di Michelangelo: Città Vaticano – Cappella Sistina ecc
Così come nel cristianesimo, altre popolazioni credevano nell’aldilà, posto dove l’anima continuava a vivere, il mistero della morte divenne un enigma; privilegiando l’idea della esistenza della vita oltre la morte; invece per altri, l’uomo dopo la morte si estingue; per altri ancora esisteva l’idea della reincarnazione come per esempio per i praticanti della religione “Buddista” “Induista” che ritengono che l’anima dopo la morte corporale riappaia reincarnandosi in un altro essere vivente, che poteva essere un essere umano o un animale; ma, fino e quando non abbia completato il viaggio verso l’aldilà. In alcuni paesi dell’Oceania seppellivano i loro defunti alla base di grandi alberi, di radici aeree come i “Baniani”, considerate dalle popolazioni piante sacre; i quali crescendo racchiudono i morti formando caratteristici ipogei1 arboree; ad esempio il “Medina del Madagascar”2. Il rituale è organizzato dalle famiglie del congiunto e celebrato nella festa della Famadihana.
Per il popolo cinese, invece il culto agli antenati, fu una ricorrenza familiare importante; mediante riti e offerte si assicurava l’esistenza degli spiriti ancestrale; cioè l’anima, concepita alla nascita e dopo la morte era destinata a vivere vicino al corpo, per essere continuamente ricordata doveva essere alimentata con offerte e, se mancano tali, discende agli inferi e diventa un fantasma crudele; dopo l’anima o spirito lasciava il corpo per raggiungere in cielo. Il defunto veniva invitato ai pasti giornaliere di famiglia; dove il parente maschile più giovane prendeva il posto in tavolo per tutelare la continuità ancestrale; costituendosi in questo modo un rapporto di reciproco aiuto; dove i primi nutrivano gli antenati e, questi aiutavano i loro discendenti.
Nell’Antica Grecia oltre alla celebrazione agli Dei nazionali: dove la morte fu personificata nelle divinità, si consolidò il “ rito familiare”, dove le famiglie rendevano culto agli antenati e dove il padre di famiglia era il “sommo sacerdote”, mantenendo viva la tradizione dell’eternità dell’anima e la esistenza della vita oltre la morte; infatti “l’anima” continuava a essere presente per qualche tempo nel corpo del defunto, per dopo recarsi al mondo del Dio Osiride; ossia nel mondo dell’Ade3, Dio, signore delle tenebre, da cui dipendeva “Thanatos” simbolo della morte, veniva rappresentata come un barbuto uomo allatto; il mondo in cui gli uomini furono sottomessi a vivere nel regno dei morti e immaginato come il confine del mondo, dipendendo dal giudizio degli Dei: i dannati erano destinati a vivere nell’oscurità o distrutti; invece i buoni destinati a vivere nell’eternità insieme agli Dèi; ossia nell’Eden.
Gli Egizi crederò nell’eternità delle anime e, la vita oltre la morte: lo spirito continuava a vivere nel corpo del defunto e per proteggerlo mummificavano i corpi per salvarle dalla distruzione; per tale l’anima faceva un lungo viaggio accompagnata dal Dio Anubis4 protettore delle anime, egli la protegge durante il viaggio da cattive presenze e pericoli che potessero impedire essere dinanzi agli Dei e davanti al Tribunale Supremo per il giudizio sul destino dell’Anima, rappresentato dalla bilancia della verità dove il Dio Thot esprime il verdetto imposto all’anima: a seconda del risultato, i dannati erano condannati e distrutti, gli onesti assieme agli Dei godevano di vita eterna e felicità nell’eden.