Nella maggior parte dei paesi in Via di Sviluppo o Emergenti esistono livelli di alti tassi povertà nelle popolazioni e molti di esse non raggiungono la soglia di formazione del capitale sociale. “Gli svantaggi causati da circostanze personali, sociali, culturali o economici possono ostacolare l’istruzione dei bambini e rappresentano “una sfida per i sistemi scolastici della regione”. Perciò, ciò che è ammissibile in qualsivoglia collettività con un livello di vita in media basso, “è inaccettabile in un’altra collettività dove invece i livelli di vita sono in media superiori”.
In realtà, “l’essere poveri nei paesi in Via di Sviluppo è diverso dall’essere poveri ad esempio in Europa”; ma anche l’essere poveri negli altri paesi dove prevale la quasi l’impossibilità di soddisfare i bisogni primari; ciò ostacola il normale sviluppo della persona, creando così disparità e disuguaglianza. I bisogni, infatti, mutano da uno Stato all’altro, e soprattutto dipendono dalla crescita economico-sociale e dalle necessità e dai bisogni da soddisfare all’interno di ogni comunità – Paese; quindi, “ciascuno è povero o non povero in relazione del prossimo con cui sta”, ossia nel contesto in cui vive. Quindi, nascere dalla “parte giusta del mondo” apporta un diffuso vantaggio ai cittadini (paesi sviluppati); invece, nascere dall’altra parte (paesi in via di sviluppo, con scarso welfare) significa, per i giovani, venirsi a trovare in una condizione di continua difficoltà nello sviluppo personale, nelle condizioni di vita, nella prospettiva del proprio futuro. Coloro che nascono in una società che limita indirettamente i ragazzi, che quindi non riusciranno a tenere il passo degli altri coetanei più fortunati, a causa della scarsità delle risorse disponibili, andranno incontro a difficoltà anche nel futuro ambito occupazionale.
La scuola rappresenta il centro prioritario del diritto allo studio e dello sviluppo dei ragazzi. Il problema della mancanza delle risorse necessarie nell’educazione e nella formazione dei più giovani produce notevoli conseguenze negative, che sono state aggravate dalla persistenza della pandemia. Da un lato si registra una riduzione delle ore lavorative, dall’altro lato si alzano i prezzi dei consumi. La spesa fatta dalle famiglie ha registrato una riduzione in media dei consumi, creando squilibrio economico e difficoltà di accesso alle tecnologie informatiche, necessarie ai fini dell’acquisizione di nuove competenze per i nuovi lavori.
Il PNUD in un infochi più ampio ed integrale dello sviluppo delle persone dando un passo significativo con l’adozione dell’Indice di sviluppo umano come un a nuova visione de lo sviluppo dell’uomo, e questo indicatore, che integrano accedo sui componenti all’ingresso economico, considera in modo fermo anche a la speranza di vita alla nascita e al livello di educazione con eguali peso per misurare lo sviluppo umano. In effetti, l’informe sullo sviluppo umano del 1997 stabilì una chiara distinzioni su povertà umana, prodotti delle privazioni basiche di opzioni e opportunità, e la povertà di ingressi economici, enfatizzando che queste no sempre vanno insieme
Le disparità di utilizzo “Digitale” tra diverse popolazioni dipendono dallo sviluppo del paese, e sarà costantemente in relazione con la “povertà educativa”, nonché con la qualità e la quantità del gap tecnologico. Inoltre, sarà costantemente legato al contrasto alla povertà educativa, di apprendimento, di formazione dei cittadini. Il successo negli studi, ancora oggi, dipende anche dal contesto culturale di provenienza; infatti, i ragazzi che provengono da famiglie svantaggiate dal punto di vista culturale ed economico hanno poi molte più difficoltà degli altri e vedono diminuire le proprie prospettive di successo, a causa dell’insufficiente preparazione conseguita. La rappresentazione della “povertà relativa” coerente e concreta, correlata ai modelli di vita prevalenti all’interno di un contesto, le cui particolarità comprendono il soddisfacimento dei bisogni che vanno al di là della semplice sopravvivenza, appare legata all’ambiente sociale, economico e culturale; condizioni ambientali che variano nel tempo e nel contesto.
L’istruzione nei paesi in Via di Sviluppo necessita costantemente di sistemi educativi efficienti, con offerte di qualità nel settore dell’istruzione pubblica”, in modo che l’istruzione sia uguale per tutti: ma perché ciò accada è necessaria la riduzione delle disuguaglianze all’interno del processo di istruzione e di educazione, tra le «scuole dallo stato e quelle private», che oggi creano “iniquità”, così come ineguaglianze nella prestazione dei servizi educativi. Secondo la «teoria dei modelli di incorporazione» le differenze culturali ed economiche trascendono l’immediato contesto sociale in cui sono radicate. In un sistema di istruzione inclusivo e non segregante, le buone opportunità di inserimento educativo ed occupazionale serviranno in futuro alla mobilità sociale. Istruirsi è un diritto fondamentale delle persone, ed è favorito dal ricorso ad azioni di impatto con altri attori della comunità educativa, volte anche a incentivare investimenti nella scuola. Tutto ciò al fine di rendere efficaci ed efficienti le conoscenze acquisite a scuola per favorire l’inclusione sociale e il futuro inserimento lavorativo delle persone.