In Perù, dal 1863 esiste una legge che legalizza i rapporti sessuali con persone dello stesso sesso. La legge è stata poi ratificata dal codice penale del 1924. Dalla fondazione della confederazione Perù-Bolivia (1836-1838) la disciplina è regolata nel codice penale.
L’Onu nel 2004 e l’Unione Europea nel 2007 hanno dichiarato la giornata mondiale contro lo stereotipo e l’omofobia. Già l’OMS, il giorno 17 maggio 1990, nel riconoscere i diritti delle persone LGBT, ha affermato che l’omosessualità non è una malattia mentale, ma ancora oggi continua a fare discriminazione su migliaia di vittime in tutto il mondo.
In Italia, l’articolo 3 della Costituzione riconosce l’uguaglianza di tutti i cittadini, confermando il sancito diritto di scelta e la facoltà di vivere il proprio modo di essere, tenendo in considerazione che ogni essere umano è irripetibile. Ma in base alle statistiche abbiamo appreso che nel 2017 c’è stato un aumento molto forte di manifestazioni violente in base ai pregiudizi da parte di certi gruppi omofobi, sulla base dell’orientamento sessuale, arrecando così danno alle persone: sofferenze, panico, disorientamento e solitudine e la conseguenti depressioni che in alcuni casi sono finite con autolesionismo e suicidio.
In Perú, in effetti, vista la recrudescenza dell’omofobia, si sono avviati miglioramenti legislativi con un Decreto del presidente del Perù del Gennaio del 2017 che ha dichiarato la legalità delle scelte sessuali: lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT), hanno visto il riconoscimento dei propri diritti in quanto persone adulte e contro ogni discriminazione in base all’etnia, all’odio, agli stereotipi. Lo stesso riconoscimento spetta alle famiglie formate da persone dello stesso sesso. Ma queste ultime non sono ancora accettate del tutto e i loro diritti non sono riconosciuti da alcuni gruppi di cittadini, a causa delle stesse leggi vigenti in Perù e della forte pressione della Chiesa cattolica.
Gli episodi sono innumerevoli, alcuni hanno il coraggio di denunciare le violenze nei centri creati per l’ascolto; alcune persone sono minacciate e obbligate al silenzio, subendo le violenze e vivendo in una condizione di profonda vulnerabilità o in solitudine, che a volte porta al suicidio.
Il fermo principio di “proteggere la morale pubblica” è avvertito in Perú, Paese profondamente tradizionalista e di radici patriarcali, dove il maschilismo è preponderante, e dove è presente un atteggiamento sociale sfavorevole nei confronti del diverso. Le dimostrazioni del dissenso sono violente, con azioni di insofferenza, prepotenze di ogni tipo e ripudio contro alcune scelte personali (LGBT). L’influenza della Chiesa è molto forte, di norma alcune persone devono sopportare le persecuzioni mirate di certi gruppi. In Perú dal 1863 esiste una legge che legalizza i rapporti sessuali tra persone dello stesso sesso. Successivamente, la legge è stata ratificata nel 1924 dal codice penale. Dalla fondazione della confederazione Perú–Bolivia (1836-1838) la disciplina è contenuta nel codice penale.
Alcuni pregiudizi difficili da rimuovere, gli eventi dimostrano come qualche volta le interpretazioni erronee delle leggi abbiano doppiamente colpevolizzato le vittime.
Storicamente le civiltà pre-incaiche non hanno considerato l’omosessualità come un atto negativo, e sono quasi il 40% della ceramica Monche1, Chimú (900-1470 d.C.). Il popolo Aymarà considerava gli omossuali come esseri soprannaturali. Per lo studioso Richard Trexler le pratiche non sono state punite dalle leggi nell’Impero Inca. Inoltre varie fonti ci riferiscono che l’omosessualità e il travestimento venivano tollerati come “atti di culto” religioso nei templi. Gli uomini effeminati sono stati chiamati Hualmishcu o Warminchu dagli Incas. Invece nell’epoca dell’approdo spagnolo l’omosessualità era considerata come trasgressione perseguibile con vari avvertimenti, condanne, esecuzioni di morte da parte della Santa Inquisizione.
Note: fonte Wikipedia: Sono stati messi a disposizione di autorevoli ricercatori stranieri provenienti dagli Stati Uniti e dall’Europa. Il “Museo Larco” a Lima, in Perù, è famoso per la sua galleria di ceramiche erotiche precolombiane.
- Paul Mathieu e Catherine Hess, Sex Pots: Eroticism in Ceramics, New Brunswick, New Jersey, Rutgers University Press, 2003 [2003], pp. 23–28, ISBN 0-8135-3293-0. URL consultato il 1º dicembre 2009.